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Sogni e Gestalt

Sogni e Gestalt

Il lavoro col sogno nella psicoterapia della Gestalt

Come sostiene il padre della psicologia e psicoterapia, Sigmund Freud, il sogno è “la via regia all’incoscio”.
La psicoterapia della Gestalt, fondata da Fritz Perls, psichiatra e psicoanalista berlinese allievo di Freud, non crede nell’inconscio come meccanismo che può contenere tutte le cause e le origini del malesssere psicologico di un soggetto, per cui come psicologi e psicoterapeuti della Gestalt non andiamo a ricercare nell’inconscio ciò che non va.
Cerchiamo piuttosto di fare l’operazione opposta: di portare alla luce e alla consapevolezza del momento presente tutto ciò che c’è, che passa, che viene sentito e percepito nel qui ed ora.
Per questo Perls diceva: “perdete la testa e riacquistate i sensi”.
Quindi il sogno per noi psicologi e psicoterapeuti della Gestalt è prima di tutto un’esperienza che fa il sognatore e che va rivissuta, sentita e conosciuta coi sensi.
Ciò su cui noi mettiamo l’attenzione è la sensazione che il sogno lascia al sognatore dopo il risveglio.
L’elaborazione del sogno parte da qui: dalla sensazione che il sogno lascia, anche se il sognatore non ricorda esattamente i contenuti del sogno e le sue immagini non importa perchè a partire dalla sensazione di fondo e che riguarda l’insieme del sogno il sogno può essere ricostruito.

Il sogno ci apre una porta verso il mondo interiore

Possiamo quindi affermare come psicologi e psicoterapeuti della Gestalt che per noi il sogno rappresenta “la via regia” al mondo interiore del soggetto e ai suoi movimenti.
C’è un’altra differenza fondamentale tra l’approccio psicoanalitico e quello gestaltico per quanto riguarda i sogni e la psicoterapia in genere.
Nella psicoanalisi il sogno, così come i vissuti in genere del soggetto, vengono interpretati in chiave psicodinamica.
Nella psicoterapia della Gestalt non si interpreta, viene praticata l’epochè, ossia la sospensione del giudizio e delle interpretazioni o analisi, perchè ciò lascia spazio al “sentire”, al “percepire coi sensi” quella determinata situazione e o problema che ci fanno stare male.
Se la situazione critica e problematica viene esplorata coi sensi e quindi “annusata”, “toccata”, “respirata”, e “assaporata”, così facendo può accendersi l’immaginazione attiva riguardo ad essa, e quindi il paziente può “immaginare” e avere “fantasie e intuizioni” prima inaccessibili riguardo a nuove possibilità da sperimentare per cambiare tale situazione.

Il sogno va integrato nella esperienza di vita del sognatore secondo l’approccio della pscioterapia della Gestalt

Se la analizzassimo inoltre dovremo scomporla nelle sue varie parti, dividerla in concetti, e ciò ci potrebbe portare a perdere di vista il “senso” che deriva dall’insieme, dallo sfondo e dal campo.
Abbiamo un approccio olistico per cui il tutto è diverso dalla somma delle parti, la percezione e il vissuto sono da noi considerati come un’esperienza che non può essere frammentata, nel senso che ogni elemento dell’esperienza si integra in una forma, che, in quanto totalità, è diversa dalla somma delle sue parti.
Quindi anche il sogno nella psicoterapia della Gestalt per poter essere elaborato dev’essere prima di tutto “sentito”, e in quindi in qualche modo “rivissuto” a livello di sensazioni ed emozioni che porta con sé.

Raccontare il sogno parlando come se capitasse qui ed ora

Ed è importante che sia rivissuto nel momento presente, per questo quando chiedo ad un paziente di raccontarmelo gli chiedo sempre di farlo parlando al momento presente: sogno che sono, faccio, vedo etc.”.. e non “ho sognato che ero, facevo, vedevo…” perchè questo può aiutarlo a riviverlo e risentirlo nel momento in cui me lo sta raccontando.
Inoltre per noi psicologi e psicoterapeuti della Gestalt il sogno ha sempre a che fare con la vita che stiamo vivendo.
Sogno che faccio, vado, vedo “e questa è la mia vita”, possiamo aggiungere.
Il sogno può parlarci a volte di un bisogno insoddisfatto del sognatore, e può essere visto come un “affare inconcluso” che riguarda il mondo interno del sognatore.

Collegare il sogno alla vita del sognatore per coglierne il messaggio e il senso

Quindi come psicologi e psicoterapeuti della Gestlat per poter elaborare il sogno, una volta che è stato “sentito, rivissuto e percepito anche da svegli”, possiamo chiedere al soggetto quale collegamento può esserci tra il sogno e la vita del sognatore al momento attuale.
Quale è il messaggio che il sogno porta a chi lo fa rispetto alla vita che sta conducendo?
E cosa ci dice il sogno rispetto a situazioni irrisolte, non concluse che il sognatore può vivere nella realtà nel momento in cui fa il sogno?
Cosa risuona del sogno e della sensazione che lascia nell’esperienza di vita quotidiana del sognatore?
Qual’è il messaggio che il sogno contiene per andare nella direzione di una vita più soddisfacente nel momento stesso in cui la si vive?
Come psicologa e psicoterapeuta della Gestlat quando un paziente mi porta un sogno lo accolgo sempre con molta curiosità, come se potessi lavorare sull’integrazione di un materiale vivo e pulsante della vita del sognatore, e questo mi stimola ed appassiona.
Nella mia esperienza professionale il lavoro col sogno ha sempre portato il sognatore, in qualche modo, a conoscersi in modo più approfondito, facendo delle piccole o grandi scoperte su di sé.

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