La psicoterapia di coppia
Si tratta di un lavoro e processo complesso, dove lo psicologo e psicoterapeuta secondo me è importante che mantenga una distanza abitabile rispetto ai partner della coppia, e ciò può permettere di far sperimentare alla coppia nuovi modi e possibilità di dialogare, confrontarsi, sia a livello verbale che a livello corporeo. Lo psicologo e psicoterapeuta Gestalt guarda la coppia come se fosse un unico organismo, coi suoi propri equilibri, funzionamenti e specificità. E a partire da questo sguardo si può lavorare per attivare nuove esperienze che possano arricchire lo scambio emotivo tra i partner, senza stravolgere il delicato equilibrio che la coppia che arriva ha già costruito e permettendo ai partner di sperimentare altri possibili dinamiche, equilibri, e modalità di stare insieme.
La coppia e i suoi meccanismi
Lo scambio e l’intimità che possono essere condivisi all’interno di una coppia fanno sì che la situazione possa essere paradisiaca, seducente, romantica, ricca di vitalità e comprensione reciproca e affetto, oppure all’opposto un vero inferno, dove si dà il peggio di sè e si vive una profonda sofferenza.
Inoltre spesso nella coppia riemergono i modelli di attaccamento che abbiamo sperimentato nel nostro primo rapporto d’amore: quello con la madre, con i fratelli e le sorelle.
E ciò spesso complica le cose ulteriormente. In generale già una persona da sola ha la sua complessità e unicità, due persone insieme formano un’unità ancora più complessa che unisce le loro specificità. A volte il fatto di stare insieme per una coppia può essere scontato, e ciò anche se può essere rassicurante non sempre è buono perchè il partner smette di esser considerato importante, prezioso e un po’ “mitico”. Altre volte invece la coppia è viva come ai primi tempi e può mancare una rassicurazione sul fatto di continuare a stare insieme e quindi anche una base solida per poter costruire una progettualità nel futuro.
A chi può rivolgersi la psicoterapia di coppia ad orientamento gestaltico
Quando arriva una coppia in studio da me spesso sta attraversando un periodo difficile per svariate ragioni (la nascita di un figlio, la volontà di chiudere la relazione da parte di uno dei due partner, il conflitto di uno dei partner con la famiglia dell’altro, il cambiamento di uno dei due partner, il tradimento….). La coppia può apparire molto energica, attiva, conflittuale, litigiosa, dolorante e sofferente, così come anche bloccata da un punto di vista energetico, come se ci fosse una sorta di disinvestimento affettivo in corso. Quando anche uno solo dei membri di una coppia sta male questo malessere può come “investire” anche l’altro componente della coppia, in quanto come abbiamo detto prima la coppia è come un organismo e se la metà di un organismo sta male influisce inevitabilmente anche sul tutto. Mi viene in mente per esempio la situazione di coppia dove uno dei due partner sostiene l’altro per una malattia fisica o psichica.
La posizione dello psicologo e psicoterapeuta rispetto alla coppia e la comunicazione dei partners in seduta
Succede spesso che entrambi i partner cerchino di accattivarsi l’attenzione esclusiva dello psicologo e psicoterapeuta, tentano di tirarlo dalla loro parte, di essere da lui o da lei confermati perchè vogliono che qualcun altro di esterno alla coppia li veda, li riconosca, li confermi e vogliono che gli sia data “ragione” su vari torti subiti.
È importante per il buon esito della terapia di coppia mantenere un punto di vista assolutamente imparziale, senza farsi portare nè da una parte nè dall’altra. Inoltre è importante che la comunicazione tra i partners sia diretta, e che i partners possano essere aiutati a mettersi l’uno nei panni dell’altro, potendo prendere la responsabilità di quello che succede a loro e scoprendo cos’è che vogliono cambiare di loro più che del partner.
Se non si comincia a cambiare se stessi e il proprio atteggiamento è impossibile cambiare l’altro. Infine secondo me è importante che i partners imparino ad apprezzare le proprie differenze, che possano scoprire e guardare con occhi nuovi il proprio partner.
Le regole della psicoterapia di coppia e come può funzionare
La terapia di coppia con uno psicologo e psicoterapeuta interviene quindi principalmente sul ripristino di una comunicazione soprattutto emotiva e vitale tra i partner, con chiare e semplici regole, tipo il non interrompere l’altro, il predisporsi ad ascoltarlo, possibilmente senza giudicarlo.
La terapia di coppia con uno psicologo e psicoterapeuta è quindi un’invito a sentire che effetto fa il partner, se ci fa ancora effetto, cosa ci piace e cosa non ci piace di lui/lei.
A partire da qui può forse riprendere un dialogo tra i partners, che ovunque li porti può aiutare a non lasciare dolorose questioni in sospeso, e quindi come a chiudere delle porte per poterne aprire di nuove dentro di sè, sia che la relazione prosegua, sia che la relazione finisca.
Il lavoro col conflitto nella psicoterapia gestaltica ad orientamento gestaltico
Per quelle coppie molto silenziose, dove l’energia è come bloccata si può fare un lavoro che aiuti i partners a cominciare ad esplicitare il mare di non detti che hanno messo tra sé e l’altra persona. Questo può portare a far riemergere la conflittualità e a trovare modi diversi e più soddisfacenti di stare nel conflitto. Secondo me nelle coppie è molto importante il lavoro col conflitto. Il conflitto in generale può essere visto come un’opposizione tra due poli opposti. Quindi innanzitutto occorre identificare i due poli del conflitto. Si dice anche che gli opposti si attraggono. Quando il conflitto può venire esplicitato, detto, se ne può parlare, ci si può anche ragionare sopra, riconoscendo le proprie emozioni e le proprie responsabilità, può darsi che a questo punto si esaurisca o si trasformi in qualcos’altro.
La sintesi
La cosa più auspicabile dal mio punto di vista è che si possa arrivare alla sintesi del conflitto, dove i due poli opposti trovano una sorta di compensazione. A questo proposito mi viene in mente questa storiella. C’erano due sorelle che volevano un’arancia ciascuna, e avevano solo un’arancia in due. Come potevano essere soddisfatte nel condividere un’unica arancia? Alla fine dopo lunghissime discussioni e parlando e parlando…scoprono che ad una interessava la buccia dell’arancia, all’altra il succo, per cui si accordano per avere le parti dell’arancia che gli interessano senza dover rinunciare a nulla. Questo è un esempio di sintesi del conflitto.
Il compromesso
Per arrivare a questa situazione ottimale, cosa non sempre possibile, si può passare anche dalla forma del compromesso: nell’esempio di prima un compromesso sarebbe tagliare a metà l’arancia. Vi è mai capitato di avere un conflitto per esempio per andare al cinema col vostro partner? Alla fine come va? Qualche volta si va a vedere il film che piace a lui, qualche volta quello che piace a voi, qualche altra volta si va a vedere ancora un altro film che può piacere ad entrambi.
Conclusioni
In generale la psicoterapia gestaltica ad orientamento gestaltico può favorire la ricerca di soluzioni creative per la coppia, da poter sperimentare insieme, finchè non si arriva a compromessi più soddisfacenti o addirittura alla sintesi. E’ comunque importante il movimento che si attiva da parte di entrambe i partner, e poter riconoscere quando è costruttivo o quando è distruttivo per la coppia, in modo da poter decidere dove si vuole andare: verso la ri-costruzione della coppia su nuove basi, o verso la sua distruzione. Io ovviamente non lavoro perchè le coppie si lascino, lavoro perchè possano restare insieme e insieme essere più soddisfatte. Io tifo sempre per la sopravvivenza e la buona qualità di vita della coppia perchè ritengo che la vita a due sia più ricca e soddisfacente, almeno lo è per me. Ovviamente perchè la coppia resti insieme deve essere questa la volontà di entrambi i partner quando vengono in terapia di coppia e se uno dei due vuole andare nella direzione opposta non posso farci niente. Posso comunque lavorare perchè ci sia un certo tipo di separazione dove sia possibile andarsene senza lasciare troppe questioni in sospeso prima di tutto con se stessi, e poi con l’altro. In casi estremi si può quindi lavorare anche sul sostegno alla separazione.