FAQ

Domande Frequenti

Qual’è la differenza tra uno psicologo, uno psicoterapeuta e uno psichiatra?

Lo psicologo ha alle spalle i 5 anni di Università e il tirocinio di un anno per l’esame di stato.Terminato questo percorso può iscriversi all’albo professionale degli psicologi.

Lo psicoterapeuta è uno psicologo che oltre ai 5 anni di università, l’anno di tirocinio e l’iscrizione all’albo si è specializzato per altri 4 anni in una scuola di specializzazione in psicoterapia.

Lo psichiatra è un medico che ha conseguito una laurea in medicina con specializzazione in psichiatria e si occupa principalmente di patologie mentali più gravi che necessitano trattamenti farmacologici. Lo psichiatra può inoltre frequentare direttamente una scuola di psicoterapia e può conseguire dopo i 4 anni anche la qualifica di psicoterapeuta.

Chi va da uno psicologo e psicoterapeuta?

C’è ancora, ahimè, un’idea molto diffusa che lo psicologo e psicoterapeuta sia come uno strizzacervelli da cui vanno quelli un po’ strani…
Questo può essere vero in parte per gli psichiatri anche se come dicevo prima per me non è proprio così.
Lo psicologo e psicoterapeuta della Gestalt non sta col paziente per valutare la sua stranezza, analizzarlo e leggerlo nella mente.
Magari avessimo questa facoltà!
Sta col paziente per aiutarlo ad auto-aiutarsi, perchè lui/lei possa trovare la strada per stare meglio.
La pratica della psicoterapia riguarda la qualità della vita di un essere umano.
E quindi si rivolge a tutte quelle persone che per i più svariati e infiniti motivi, storie, situazioni, non sono soddisfatte di come sta andando la loro vita in questo momento e vogliono attivarsi per essere più soddisfatte di sé e trovare il modo di stare meglio in generale e stare meglio con se stesse soprattutto.

Quanto può durare un percorso di psicoterapia?

Nella mia esperienza professionale come psicologa e psicoterapeuta Gestalt è impossibile stabilire a priori quanto può durare un percorso perchè molto dipende da chi a me si rivolge, dal tipo di problema e dalla reazione soggettiva dell’individuo alla relazione terapeutica, tutti fattori impossibili da calcolare prima di essersi incontrati di persona per 4 sedute.
Se il problema è molto circoscritto si può ipotizzare di fare un pacchetto da 10 incontri dopo i primi 4 incontri iniziali, oppure pacchetti da 30 incontri, se dopo questi 10 c’è ancora del lavoro da fare.
In genere comunque ho riscontrato che anche pochi incontri possono bastare per sentirsi meglio e attivare delle risorse interne per trovare altri modi più soddisfacenti per stare meglio con se stessi e le situazioni problematiche che ci possono disturbare.
Per cambiamenti più profondi e radicali può volerci anche un anno a cadenza settimanale.
All’inizio secondo me è preferibile una cadenza settimanale ma ho sperimentato che può funzionare anche con una cadenza quindicinale.

Un percorso di psicoterapia può essere un’esperienza formativa?

La psicoterapia Gestalt è per me un’esperienza formativa, e con ciò intendo dire che lavorando insieme al soggetto e approfondendo la relazione, può succedere che si creino nuove connessioni a livello delle reti neuronali.
Per me il lavoro in seduta con uno psicologo e psicoterapeuta è un processo che richiede calma e disponibilità di tempo ed energia, per poter lavorare bene e vedere dei cambiamenti e poterli consolidare nella propria vita.

Quale è il valore aggiunto della psicoterapia Gestalt?

Il percorso di specializzazione gestaltico è innanzitutto un percorso di crescita personale, indispensabile per questo lavoro secondo me.
In più è anche un percorso dove si impara concretamente tra i partecipanti al corso a fare questo lavoro, e non si tratta soltanto di imparare tecniche e strumenti di lavoro, sicuramente preziosi.
Si tratta di elaborare uno stile personale che va al di là delle tecniche e di potere e sapere stare con tutto ciò che può emergere in una seduta o in un gruppo con uno psicologo e psicoterapeuta.
Si tratta di poter instaurare una relazione profonda e di fiducia col proprio paziente e di poter prenderlo in carico e di poter prendersene cura.
A mio modo di vedere è proprio la scuola di psicoterapia che consente al giovane psicologo di acquisire la propria professionalità, perché l’università dà basi indispensabili è molto teoriche e il tirocinio post-laurea non sempre è così utile, può dare un’idea del lavoro, ma da qui a saper lavorare ne passa di acqua sotto i ponti, come si dice.

Come possono collaborare uno psichiatra ed uno psicologo/psicoterapeuta ?

Per uno psicologo e psicoterapeuta privato secondo me è importante avere uno o più psichiatri di riferimento in quanto in caso di malesseri dell’anima profondi a volte la psicoterapia non basta e può essere utile affiancare all’intervento psicoterapico anche quello farmacologico.
Le due cose insieme, la psicoterapia e l’uso di psicofarmaci possono secondo me essere molto efficaci per uscire da situazioni difficili.
Per me il solo uso di psicofarmaci non basta: chi soffre d’ansia e d’insonnia e prende gli ansiolitici per dormire cura solo il sintomo, mettendolo a tacere, senza prendersi cura secondo me di tutto se stesso nell’insieme, per cui è come un tamponare una situazione che, se non viene tratta anche in altri modi, non potrà a parer mio che ripresentarsi all’infinito, senza mai risolversi.
Molti psichiatri oggi sono anche psicoterapeuti in quanto la sola somministrazione di uno psicofarmaco richiede spesso un grosso e delicato lavoro di fiducia e alleanza col paziente che spesso non è neanche consapevole di aver bisogno di quel farmaco.
Gli psicofarmaci dal mio punto di vista sono come dei potenti alleati da sfruttare in caso di guerra.
E per me non è che chi va dallo psichiatra è pazzo, sta solo attraversando un momento di difficoltà particolarmente grande.
Non sono per l’accanimento terapeutico e credo che quindi possano essere utilizzati per il periodo di tempo necessario a vincere la guerra, per poi poterli lasciali andare una volta che ci si stabilizza e si sta decisamente meglio.